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sexta-feira, 30 de março de 2012

União dos Juristas Católicos do Estado de São Paulo.

Caros amigos,
No dia 20 de março de 2012, fundamos a UJUCASP - União dos Juristas Católicos do Estado de São Paulo, em iniciativa proposta pelo Revmo. Cardeal Arcebispo de São Paulo - Dom Odilo Scherer. Tenho a honra de integrar, juntamente com renomados estudiosos do Direito, inclusive, vários colegas professores da Faculdade de Direito da PUC/SP, o quadro de membros fundadores deste entidade, que ao meu ver, será de grande contribuição aos estudos do Direito, mas com uma destacada tendência humanista, prestigiando os valores morais e cristãos, valores estes, tão carentes de uma defesa mais firme e perene em nossa atual sociedade brasileira.
No próprio dia 20, foi aprovado o Estatuto de fundação da associação, bem como a nomeação de sua Diretoria e Conselho, indicados pelo Cardeal e aprovados unanimemente por todos os presentes, tendo como nosso Presidente, o querido Prof. Ives Gandra da Silva Martins.
Vamos colocar mãos à obra e contribuir para a melhoria de nossa sociedade.Saudações.

sexta-feira, 31 de dezembro de 2010

Ainda Cesare Battisti

O site de notícias da Globo na internet - G1, traz a seguinte notícia:

"O presidente Luiz Inácio Lula da Silva rejeitou nesta sexta-feira (31) a extradição do ativista de esquerda Cesare Battisti para a Itália."

e traz ainda o comentário do Ministro da Defesa da Itália, Ignazio La Russa, que classificou a decisão de "injusta e ofensiva".

Ao nosso ver, essa decisão do nosso presidente além de "injusta e ofensiva" é também nada corajosa. Deixar para decidir um assunto dessa importância ao apagar das luzes de seu governo, no último dia de mandato - 31 de dezembro é um ato de manipulação política. O presidente decide, e logo em seguida deixa o governo, evitando que o "desgaste político internacional" que fatalmente terá recaia sobre o novo chefe do executivo, que também é de seu partido político - a sra. Dilma. A nova ocupante da presidência poderá alegar que não foi ela quem tomou a decisão e portanto, não tem responsabilidade, e o presidente Lula, que deixa o governo também não será cobrado, pois deixando o cargo presidencial passa a não ter mais qualquer responsabilidade pois não terá mais poder para voltar atrás em sua infeliz decisão.

Dizer que foi um ato no "apagar das luzes de seu governo (do Lula)" também é um exagero, haja vista que foi um governo de 8 anos na mais completa escuridão jurídica.

Nos unimos ao povo brasileiro para lamentar mais esse deslize de nosso presidente, dentre muitos, na sociedade internacional, acirrando disputas com países e povos historicamente irmãos como a Itália, em nome de um idealismo de esquerda acabado, carcomido, sem qualquer significado ou importância. O mundo continua o seu avanço, mas certas pessoas e pensamentos parecem ainda estar no passado, ou pior, querendo voltar à ele.

O nosso entendimento jurídico acerca da questão sobre a extradição ou nao do cidadão italiano Cesare Battisti pode ser lida em outra postagem nesse mesmo blog.

Importante descatar que a decisão do Supremo Tribunal Federal também foi em mesmo sentido.

Infelizmente, temos essa manifestação presidencial inoportuna e descabida.

As nossa sinceras desculpas ao povo italiano.

quinta-feira, 30 de dezembro de 2010

Artigo em revista italiana = diritto.it

Università: ricerca di senso.

All'inizio del millennio scorso spuntava nella società un'istituzione con la vocazione ad aiutare l'umanità a trovare vie per una vita migliore, tenendo conto della possibilità del buon uso delle risorse messe alla nostra disposizione dalla natura. La nuova istituzione fu ricevuta dalla società con le premure inerenti dell'epoca, come per esempio, "potrebbe il lavoro con la scienza confondere la dimensione della fede?" Invece, una tale preoccupazione offrì l'opportunità per cercare un vero significato per l'università.

Una ricerca sviluppata da un documento, che cerca di puntualizzare il significato dell'università, mostra che il dialogo è un istrumento fondamentale adoperato nell'ambito dell’accademia per stabilire come la verità debba essere lavorata in un processo di riflessione razionalizzato. Il documento afferma: "esigono evidentemente la necessaria e corrispondente ricerca del significato, in modo a garantire che le nuove scoperte siano adoperate per il bene autentico delle persone e della società umana nel suo insieme” 3

È interessante notare che, sin da quell'epoca uomini e donne si uguagliavano nei suoi diritti, nei loro scopi maggiori, e il sopradetto documento lo mete il risalto, che la ricerca per la verità dovrebbe essere intrapresa per uomini e donne. Ciò accade perché la Verità che si cerca nella nostra vita, così come la cerchiamo specificamente nell'ambito dell'università, porta ad una Forza Maggiore, inesorabilmente, ed a Essa tutti dobbiamo confluire, siano uomini che donne. Questa Verità è universale, accessibile a tutti gli esseri umani, senza alcuna distinzione.

Considerando la società umana comunitaria, il suo fine è il Bene Comune. Un concetto chiave della dottrina sociale tomista. Un bene comune che è diverso dalla semplice somma dei beni individuali e superiore agli interessi della persona come individuo, in quanto parte della società. È questo bene comune, essenzialmente, la vita irreprensibile dell'umanità riunita, di un insieme composto di persone, ossia allo stesso tempo materiale e morale. La vita sociale è un insieme le cui parti sono in se stesse altri sistemi complessi, ed è un organismo fatto di libertà, di esseri che nascono liberi.

L'obiettivo della società non è il semplice bene individuale o la semplice unione dei beni individuali di ogni una delle persone che la costituiscono. Il vero obiettivo della società è il suo bene comune, il bene comune del corpo sociale, delle persone. Questo bene comune è la vita umana buona, radicata nel bene, di ogni essere formato da materia e spirito.

Non dobbiamo immaginare che questo Bene Comune sia soltanto una vita migliore per le persone, con più risorse materiali alla loro disposizione, con più tecnologia, più conforto, ecc. No, il Bene Comune trascende la questione materiale. Questa può essere importante per una migliore qualità di vita in ciò che riguarda più salute, longevità e altri punti della vita moderna che ci permettono una situazione migliore, per chi ha condizione finanziaria. Il Bene Comune si traduce nell'aspetto collettivo dove tutti avranno queste opportunità e non solo quelli con più condizioni. Questo squilibrio non può esistere. A tutti devono essere offerte le stesse opportunità di accesso agli sviluppi e conquiste dell'umanità. Limitare o permettere l'accesso solo a quelli con più condizioni finanziarie non è raggiungere il bene comune, ma piuttosto allontanarsi da esso.

Il bene comune deve essere un contributo di ogni cittadino e di tutti i gruppi intermediari. I propri interessi si devono adeguarsi alle necessità degli altri, impiegando i beni e i servizi nella direzione indicata dai governanti, dentro le norme della giustizia e nel modo e nei limiti propri di competenza. Ciò vuol dire che i rispettivi atti dell'autorità civile non solo devono essere formalmente corretti ma anche di un tale contenuto che, infatti, rappresentino il bene comune, o ad esso possano dirigersi.

In verità tutti, piccoli o grandi operatori economici, sociali, culturali o politici sono responsabili davanti la società, nel posto che si trovano, essendo chiamati a impegnarsi per il bene. In questo senso tutti dobbiamo lavorare, tutti dobbiamo contribuire, pur con una piccola frazione, ma la somma di tutti i nostri sforzi raggiungerà l'esito del bene dell'umanità in genere. Se ognuno farà la sua parte, pur piccola, il globale sarà raggiunto e tutti proveranno il beneficio.

Se la società ha per scopo perseguire la costituzione del bene comune che si caratterizza per la buona vita delle persone, l'università deve sussidiare la società con categorie scientifiche che affermano il bene comune, creando in questo modo legami fraterni nel rapporto tra fede e ragione.

Nel cercarsi la verità nell’accademia, questa verità che è unica per tutti e senza limiti, la ragione si avvicina alla fede perché scopre la vera strada per il bene comune. E questa verità, quando raggiunta anche se in modo parziale, poiché la scopriamo a poco a poco, deve essere fatta in una certa maniera. Questa verità raggiunta deve avere un significato. Se essa non può essere usata per il bene, allora non è quella verità che cerchiamo, ma è invece una sua manipolazione, una deturpazione.

Recentemente il Papa Benedetto XVI ha posto l’accento su un nuovo rapporto tra fede e scienza affermando: "l'astronomia ha permesso e continua a permettere con le sue scoperte che comprendiamo meglio l'universo; d'altra parte la fede permette che lo scienziato scopra le meraviglie della creazione." È con questa nuova tonica del sapere che l'università d'oggi deve cercar di raggiungere il suo destino senza disprezzare il pensiero di ognuno che si muove per essa.

La verità deve avere un significato. In questo momento troviamo anche la bellezza e la bontà.

Gli articoli di Antônio Márcio da Cunha Guimarães e Lafayette Pozoli pubblicati su diritto.it

Antônio Márcio da Cunha Guimarães
Profilo dell'autore:
Laureato in giurisprudenza presso la Pontificia Università Cattolica – PUC di São Paulo (1985), Master (2000) e Dottorato (2004) in Diritto Internazionale presso la PUC / SP. Professore assistente dottore presso la PUC / SP, sia a la laurea e post-laurea - master e dottorato. Autore di libri di legge.)

sexta-feira, 29 de outubro de 2010

Prof. Dr. Geraldo José Guimarães da Silva.

Meus amigos, infelizmente comunico a todos o falecimento do ilustre e queridíssimo Prof. Dr. Geraldo José Guimarães da Silva, ocorrido no último domingo pela manhã, dia 24 de outubro de 2010.
Além da perda inestimável do meu pai, perdi também um grande amigo, conselheiro e orientador, porque em tudo o meu pai me acompanhou. Tive a felicidade de seguir as mesmas profissões que ele - advogado e professor, e pude compartilhar toda uma vida de assuntos entrelaçados, onde a conversa no dia-a-dia transitava pelos mais variados assuntos.
O Prof. Geraldo Guimarães, Doutor em Direito Comercial pela PUC/SP, durante mais de 40 anos esteve ligado à esta faculdade de direito, primeiro como aluno e depois como professor, e sempre como seu defensor. Influenciou não uma, mas várias gerações de profissionais do Direito. Vários professores que hoje lecionam na PUC/SP, foram seus alunos no passado. Escreveu livros e espalho o seu conhecimento e vasta cultura entre nós, sempre com uma visão humanista de proteção e respeito absoluto ao ser humano. Como advogado, foi igulamente brilhante, desenvolvendo uma carreira de sucesso no Departamento Jurídico do Banco Central do Brasil, e também em seu escritório particular, batalhando sempre pela justiça, e atendendo principalmente os mais fracos e necessitados, com inúmeros clientes pró-bono. Sua recompensa era outra, não era desse mundo, com certeza.
Homem muito religioso, sempre temente à Deus, Nosso Senhor Jesus Cristo e a Santíssima Virgem Maria, sempre fez o BEM, ajudando a todos, indistintamente, na verdade, ele era daquelas pessoas únicas que sáo capazes de tirar a roupa do corpo para vestir o próximo, oferecer a própria comida para seu saciar a forme do irmão. Caros, pessoas assim estão cada vez mais difíceis de encontrar, são raras, e frequentemente incompreendidas, pois adotam comportamento há muito esquecido, de amor ao próximo, amor esse verdadeiramente fraterno. Perdi meu pai, e vejo agora, mais claramente do que nunca, quantos irmãos eu tinha, além de minha irmã de sangue Magaly, sim, porque, muitos amigos também perderem o pai Geraldo Guimarães, muitos o tinham em tão alta conta como eu, o viam como um segundo pai, ou o pai já há muito perdido. À todos, indistintamente, ele ajudou, e espero que continue olhando por todos nós, principalmente neste momento difícil de sua passagem para a vida eterna. Vamos precisar do seu conforto para poder aguentar essa dor, que parece náo acabar nunca. Estaremos sempre pensando no sr., TE AMO PAPAI GERALDO GUIMARÃES.

A missa de 7o. dia será na Capela da PUC/SP, neste sábado, dia 30 de outubro de 2010, às 15:30 horas. Rua Monte Alegre, 948 - São Paulo.

domingo, 4 de abril de 2010

Ex Corde Ecclesiae


UNIVERSIDADE: BUSCA DE SIGNIFICADO


Prof. Dr. Lafayette Pozzoli
Prof. Dr. Antônio Márcio da Cunha Guimarães
Professores na Faculdade de Direito da PUC/SP


No início do milênio passado despontava na sociedade uma instituição vocacionada a ajudar a humanidade encontrar caminhos para uma vida melhor, considerando poder usar bem os recursos que a natureza dispunha. A nova instituição foi recebida pela sociedade com as preocupações inerentes da época, como, por exemplo, trabalhar a ciência poderia confundir a dimensão da fé ? No entanto, tal inquietação deu a oportunidade de se buscar um verdadeiro significado para a universidade.
Um estudo desenvolvido a partir de um documento, que procura pontuar o significado da universidade, mostra que o diálogo é um instrumento fundamental utilizado no âmbito da academia para estabelecer como a verdade deve ser trabalhada num processo de reflexão racionalizado. Afirma o documento: “exigem evidentemente a necessária e correspondente procura do significado, a fim de garantir que as novas descobertas sejam usadas para o bem autêntico das pessoas e da sociedade humana no seu conjunto.” (Constituição Apostólica Ex Corde Ecclesiae, de 15 de agosto de 1990)
Interessante notar, que desde aquela época, já se igualavam homem e mulher em seus direitos, em seus objetivos maiores, e o referido documento bem aponta, que a busca pela verdade deveria ser empreendida por homens e mulheres. Isto porque, a Verdade que se busca, em nossa vida, assim como a buscamos especificamente no âmbito da universidade, leva à uma Força Maior, inexoravelmente, e a Ela, todos devemos afluir, quer sejam homens, ou mulheres. Essa Verdade é universal, acessível a todos os seres humanos, sem qualquer distinção.
Considerando a sociedade humana comunitária, o seu fim é o Bem Comum. Um conceito chave da doutrina social tomista. Um bem comum que é diferente da simples soma dos bens individuais e superior aos interesses da pessoa como indivíduo, enquanto parte do todo social. É este bem comum, essencialmente, a vida íntegra da humanidade reunida, de um todo composto de pessoas humanas, ou seja, ao mesmo tempo material e moral. A vida social é um todo cujas partes são em si mesmas outros todos, e é um organismo feito de liberdades, de seres que nascem livres.
O objetivo da sociedade não é o simples bem individual ou a simples junção dos bens individuais de cada uma das pessoas que a constitui. O verdadeiro objetivo da sociedade é o seu bem comum, o bem comum do corpo social, das pessoas humanas. Este bem comum é a vida humana boa, radicada no bem, de cada ser formado por matéria e espírito.
Não devemos imaginar que este Bem Comum seja apenas uma vida melhor para as pessoas, com mais recursos materiais à sua disposição, com mais tecnologia, mais conforto, etc. Não, o Bem Comum transcende a questão material. Esta pode ser importante para uma qualidade de vida melhor no aspecto de mais saúde, longevidade, e outros itens da vida moderna que nos permitem uma situação melhor, para quem tem condições financeiras. O Bem Comum se traduz no aspecto coletivo, onde todos terão estas oportunidades e não somente aqueles com mais “posses”. Essa desigualdade não pode existir. A todos devem ser ofertadas as mesmas oportunidades de acesso às melhorias e conquistas da humanidade. Cercear ou limitar esse acesso apenas aqueles que tem mais condições financeiras não é atingir o bem comum, mas afastar-se dele.
O bem comum deve ser um contributo de todo cidadão e todos os grupos intermediários. Devem ser ajustados os próprios interesses às necessidades dos demais, empregando bens e serviços na direção indicada pelos governantes, dentro das normas da justiça e na devida forma e limites de competência. Quer isto dizer que os respectivos atos da autoridade civil não só devem ser formalmente corretos, mas também de conteúdo tal que de fato representem o bem comum, ou a ele possam encaminhar.
Na verdade todos, pequenos ou grandes operadores econômicos, sociais, culturais ou políticos, são responsáveis para com a sociedade, no lugar que se ocupa, sendo chamado a empenhar-se para o bem. Nesse sentido, todos devemos trabalhar, todos devemos contribuir, ainda que numa pequena fração, mas a soma de todos os nossos esforços logrará o êxito do bem da humanidade em geral. Se cada um fazer a sua parte, ainda que pequena, o global será atingido e todos experimentarão do benefício.
Se a sociedade tem por fim perseguir a constituição do bem comum, que se caracteriza pela boa vida humana das pessoas, a universidade deve subsidiar a sociedade com categorias científicas que afirmam o bem comum, criando assim laços fraternos na relação entre fé e a razão.
Ao se buscar a verdade na academia, esta verdade que é única, para todos, e sem limitações, a razão se aproxima da fé, porque descobre o verdadeiro caminho para o bem comum. E, esta verdade, ao ser atingida, ainda que parcialmente, pois vamos descobrindo-na aos poucos, deve ser feita de uma certa forma. Esta verdade alcançada deve ter um significado. Se ela não pode ser usada para o bem não é aquela verdade que estamos buscando, mas uma manipulação dela, uma deturpação.
Recentemente o Papa Bento XVI apontou uma nova relação entre fé e ciência, afirmando: “a astronomia permitiu e continua permitindo, com suas descobertas, que compreendamos melhor o universo; por outro lado, a fé permite que o cientista descubra as maravilhas da criação.” É com esta nova tônica do saber que a universidade de hoje deve procurar alcançar seu destino sem desprezar o pensamento de cada um que transita por ela.
A verdade tem que ter um significado. Nesse momento, encontramos também a beleza e a bondade.

terça-feira, 10 de novembro de 2009

Contra-golpe em Honduras

Com um certo atraso no assunto, mas que ainda é atual, porque a crise instalada persiste, trazemos a discussão a questão política em Honduras, para comentários dos srs. Em sala de aula, com meus alunos de Direito já discutimos bastante o tema, e a maioria entende que realmente estamos diante de uma tentativa de continuísmo (indevida e inconstitucional) por parte de Zelaya (presidente afastado), que foi precisamente evitada.

Com efeito, a Constituição Hondurenha nos artigos seguintes prevê: Artigo 42 - especifica que a qualidade de cidadão se perde, entre outras hipóteses por incitar, promover ou apoiar o continuísmo ou a reeleição para presidente da república; Artigo 239 - o cidadão que tenha desempenhado a titularidade do Poder Executivo não poderá ser Presidente ou designado. O artigo diz ainda que aquele que violar tal disposição ou propuser sua reforma cessará imediatamente o desempenho do cargo que ocupar e ficará inabilitado ao exercício de função pública por dez anos. Artigo 374 - preceitua que o artigo 373 (segundo o qual, a reforma da Constituição poderá ser decretada pelo Congresso Nacional) não poderá ser reformado, e define como cláusulas pétreas os artigos que definem a forma de governo, o território nacional, o período presidencial e a proibição de ser novamente Presidente da República.

Assim, parece de todo coerente, sem qualquer ilegalidade, o afastamento do sr. Zelaya, que na verdade, não deveria ser mandado para fora do país, mas sim, levado a prisão e julgado por suas atividade atentatórias contra o Estado de Direito Democrático em Honduras.

domingo, 20 de setembro de 2009

Acordo Brasil e Santa Sé relativo ao Estatuto Jurídico da Igreja Católica - um Tratado Internacional de Direitos Humanos.

Este assunto foi tema de um artigo que estamos publicando na Revista da UNIFAI. Segue adiante, apenas algumas considerações finais sobre a questão.

Acordo entre a República Federativa do Brasil e a Santa Sé relativo ao Estatuto Jurídico da Igreja Católica no Brasil - vemos que uma vez mais, a Igreja Católica vem auxiliar o Estado Brasileiro no sentido de atender à sua população quanto as necessidades religiosas e espirituais da nossa Nação. Não se trata de imposição, mas pelo contrário, de atendimento a todos, sem qualquer discriminação, e em razão das necessidades e exigências do próprio povo brasileiro.

Apenas como referência, importante notar que existe toda uma estrutura eclesiástica da Igreja, em consonância e de acordo com os ditames das Forças Armadas Brasileiras, no sentido de promover de maneira estável e conveniente, assistência religiosa aos fiéis católicos, membros das Forças Armadas. De se ressaltar ainda, que nosso Capitão Capelão Frei ORLANDO deu sua vida nos campos da Itália, quando faleceu em pleno campo de batalha da 2ª. Guerra Mundial, presente que estava ao lado da Tropa Brasileira – FEB.

Verifica-se, agora analisando o conteúdo da Concordata, que os objetivos que perseguem tanto a Igreja Católica, através da Santa Sé, quanto da República Federativa do Brasil através do Governo Federal, são os de proteção e promoção dos DIREITOS HUMANOS.

É inegável, sem qualquer dúvida, que o trabalho da Igreja Católica, através de sua estrutura eclesiástica e seus representantes, sacerdotes, bispos e demais colaboradores, é de vital importância para a defesa dos Direitos Humanos em nossa sociedade. Ao passo que cuida das questões espirituais de seus fiéis, nossos cidadãos brasileiros, incute nestes um sentimento de fraternidade, igualdade entre os semelhantes, amor e respeito para com o próximo, valores morais da doutrina cristã, que são também estimuladores de uma convivência Justa, Pacífica e Cordial entre os indivíduos.

A proteção e difusão de valores morais, sociais e individuais agregam uma força consistente às nossas estruturas sociais, que somente vem em benefício do grupo social como um todo. Não se trata, absolutamente, de fanatismo ou exageros, mas de conceitos fundamentais presentes não somente na religião católica, mas que de uma forma geral verifica-se igualmente em outras profissões de fé, como também na filosofia e pensamento humanista.

A espiritualidade é importantíssima para o auto-conhecimento que o indivíduo busca eternamente, querendo saber de onde veio, para onde vai, e o que está fazendo ou deveria fazer enquanto sua passagem por este mundo terreno.

O Brasil, ao permitir, apoiar e possibilitar a ação da Igreja em seu território, em benefício de sua população, e a Igreja Católica ao se comprometer em prestar referido serviço espiritual, além das suas outras atividades sociais e educacionais, sem contar os aspectos relativos ao patrimônio histórico, artístico e cultural que fazem parte de nossa história comum (Brasil e Igreja), estão AMBOS, imbuídos e comprometidos com ideais maiores – quais sejam os Direitos do Homem e o BEM COMUM.